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03/01/2024

Specializzandi e CAU: un'ottima opportunità formativa e retributiva, nel 2024 occorre potenziarli - Raso, Direttivo Anaao Giovani

di Maria Gabriella Raso, Direttivo Nazionale ANAAO Giovani

Come membro del Direttivo Nazionale ANAAO Giovani ritengo che l’impiego dei giovani medici specializzandi nei CAU (Centri di Assistenza e Urgenza), sia un’ottima opportunità dal punto di vista retributivo e professionale. Si è creata una nuova modalità per dare ai cittadini un servizio di presa in carico sanitaria territoriale efficace: mi riferisco alla riorganizzazione dell’emergenza-urgenza che la Regione Emilia-Romagna ha messo in campo in questi mesi, dividendo i flussi dell’emergenza – che rimane in capo ai Pronto Soccorso – da quelli dell’urgenza, che faranno riferimento ai CAU, strutture del territorio alle quali le persone possono rivolgersi per problemi di salute urgenti, ma non gravi.

Sono numerosi infatti gli specializzandi che, in base alla normativa vigente, lavorano con contratti ad ore oltre l'orario formativo ed ANAAO Giovani auspica una rapida abolizione delle incompatibilità lavorative; i medici specializzandi, quando terminano le ore di formazione, poiché non percepiscono alcuna indennità di esclusività devono essere liberi di poter svolgere tutti i lavori a cui non è richiesta la specializzazione ma il solo titolo di laurea in medicina e chirurgia. Il medico specializzando attualmente percepisce una retribuzione mensile che oscilla tra il 1652€ ed i 1711€ senza alcuna indicizzazione da decenni: ben venga pertanto la possibilità di poter decidere di essere assunto con un retributivo minimo di 40€ l’ora per una attività medica che senza dubbio aumenta il proprio bagaglio di conoscenze e competenze e fidelizza i medici al servizio sanitario nazionale.

In questi mesi, lavorando presso l’Unità Operativa “Cure Primarie” dell’Ausl di Reggio Emilia, ho avuto modo di occuparmi in prima persona del percorso formativo ideato per i medici da impiegare nei 2 CAU provinciali (Reggio Emilia e Correggio). Abbiamo offerto una formazione con corsi base di 1° livello, richiesti prima di iniziare l’attività, e corsi di 2° livello da ultimare durante il 2024, per un totale di 8 mesi di formazione totalmente retribuita ed accreditata ECM, fermo restando che la quasi totalità dei medici specializzandi impiegati hanno già esperienze lavorative passate in strutture come Rems, reparti di lungo degenza, continuità assistenza, sostituzione mmg, reparti covid, quindi non partivano da zero.

I CAU rappresentano, finalmente, una grandissima occasione anche per i giovani. In queste strutture, infatti, possono dare piena realizzazione alle loro legittime aspirazioni e competenze, in quella che di fatto è una vera e propria riorganizzazione della continuità assistenziale, l’ex guardia medica, che ad oggi – per le modalità organizzative entro cui è inquadrata – consente solo di rado di prendere in carico direttamente il paziente. Nei CAU, invece, possono svolgere pienamente la funzione di medico, prendendo in carico il paziente dall’ingresso nella struttura e seguendolo fino alla dimissione. Un’occasione di upgrade professionale notevole, a cui ci troviamo pronti anche grazie alla formazione che viene pagata dalle Ausl. Questo è un ulteriore passo avanti rispetto allo stato attuale. Oggi, infatti, se un medico specializzando volesse fare un corso di formazione – ad esempio – sulla rianimazione cardiopolmonare, dovrebbe pagarselo di tasca propria. Con l’avvio dei CAU, invece, sono le Aziende Sanitarie che arruolano i medici e ne pagano la formazione, un’occasione professionalizzante senza precedenti per le nuove generazioni di professionisti sanitari.

Ritengo tuttavia che la Regione debba ulteriormente potenziare la comunicazione sui CAU: sono ancora pochi i medici specializzandi che conoscono i vantaggi che queste nuove strutture offrono. Sarebbe opportuna, pertanto, una manifestazione di interesse regionale non vincolante per valutare quanti altri specializzandi potrebbero essere ancora interessati a lavorare nei CAU e le 4 Università Emiliano – Romagnole (Bologna, Ferrara, Parma e Reggio Emilia) dovrebbero allearsi con la Regione per massimizzare ed ottimizzare, attraverso le centinaia di direttori di scuola di specializzazione della nostra Regione, la diffusione e l’incentivazione di questo percorso. I numeri degli ultimi giorni del 2023 – oltre 12mila cittadini presi in carico nei primi 19 CAU aperti nell’ultimo mese e mezzo – dimostrano che il servizio funziona, e che al contempo inizia a sgravare i Pronto Soccorso dalla pressione e, di conseguenza, dalle lunghe attese. Il 2024 si apre per noi con questa grande occasione, che intendiamo fare nostra, per dare ai cittadini la garanzia di una presa in carico all’altezza delle nuove sfide, sempre più sul territorio, e nel contesto di una sanità pubblica e universalistica che sosteremo sempre con convinzione.

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